Progetto “Scuola per Genitori 2019-2020”
“Come isole: l’esperienza del ritiro sociale in adolescenza”
Associazione INDIPENDENZE
31 ottobre 2019 – Centro civico “N.Tommasoli”
Relatori:
- Giuseppe CUOGHI Verona
- ssa Silvia POIESI
- Eros VALLENARI
Prosegue l’avvio di stagione fortunato con presenze numerose agli incontri finora organizzati; sessanta persone ieri alla serata condotta da Ass. Indipendenze sul tema del ritiro sociale, altrimenti noto come hikikomori, dal nome che gli è stato assegnato dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito. Innanzitutto la prof. Ruffo ha introdotto la serata in modo chiaro e preciso, presentando i relatori dell’Ass. Indipendenze, che ha sede a Verona, in via Polveriera Vecchia (B.go Roma). Poi, il dr. Cuoghi ha chiaramente esposto le caratteristiche di questa patologia, che non può essere considerata una malattia in senso stretto, ancorché possa a sua volta generare delle malattie. L’aspetto peggiore di questo isolamento sociale è legato al fatto che non è solitamente causato da una ragione sola e anche dal fatto che tra l’insorgere e l’affermarsi di questo comportamento passa molto tempo, sia perché si tende inconsciamente ad ignorarlo o a non dargli la dovuta importanza e sia perché può, in prima istanza, essere scambiato per quei comportamenti adolescenziali a volte un po’ controcorrente. Il ragazzo ritirato di solito non sente di aver bisogno e non si aspetto aiuto da nessuno. Egli, infatti, oppone un rifiuto ad ogni tentativo di contatto, rendendo di fatto improponibile ogni “terapia tradizionale”. Spesso, i tentativi di allacciare un rapporto porta al risultato opposto, con un soggetto che si isola ancora di più. In sostanza, questi ragazzi (il fenomeno riguarda un po’ tutti, ma percentualmente è molto più frequente nei maschi) si chiudono progressivamente nella loro stanza e non escono più di casa con le conseguenze sul piano emotivo e fisico che si possono facilmente immaginare:
- inversione sonno-veglia, con soggetti che tendono a stare svegli nelle ore notturne e a dormire invece durante il giorno;
- decadimento fisico; lo stare senza svolgere attività fisica, li porta o ad ingrassare (mangiano spesso, ma non bruciano le calorie incorporate) o a dimagrire in modo evidente (si smette anche di mangiare, non sentendone più l’esigenza);
- eccessi di aggressività (il perdere confidenza con gli altri porta ad un disuso nelle relazioni e quindi a scarsa confidenza con l’altro);
- sensi di inferiorità, a volte accompagnati da comportamenti infantili, legati al fatto che si vede il resto del mondo come “il male che ci vuole aggredire”;
A segnalare queste situazioni non è quasi mai il diretto interessato, ma i genitori, i quali – magari dopo molti mesi o addirittura anni – sono stati a loro volta logorati da una situazione familiare di tensione e di aggressività.
DOVE C’E’ UN RAGAZZO CHE LANCIA LA SUA SFIDA PER CRESCERE, LA’ DEVE ESSERCI UN ADULTO PRONTO A RACCOGLIERLA”, diceva Donald Winnicott.
Ecco allora che il supporto alle famiglie diventa essenziale per prevenire o comunque affrontare con tempestività questi fenomeni, sia perché i genitori sono spesso soli, sia perché si vergognano ad affrontare questi momenti di difficoltà e sia perché, anche se non sempre, vi è una precedente difficoltà del sistema familiare (silenzi, regole violate, assenza di relazione, …). Siamo molto spesso di fronte a famiglie che vivono un livello di stress e di ansia molto superiore al resto della popolazione.
Forti le testimonianze portate da Barbara, una mamma il cui figlio 22-enne vive da due anni in questa situazione di isolamento, dopo aver abbandonato la scuola quando ormai stava per terminare le superiori e di due ragazzi (Jacopo e Letizia) che ci hanno raccontato la loro esperienza di ritiro sociale, da cui sono usciti con successo.
Barbara ha raccontato come suo figlio, chepure aveva un ottimo curriculum, abbia finito – dopo alcune vicissitudini scolastiche per isolarsi, persino dai suoi amici che frequentava tanto assiduamente; purtroppo, quando ciò è avvenuto, dice Barbara, il suo migliore amico aveva problemi anche maggiori (alcol), mentre gli altri forse non erano veri amici … Lei ha tentato di riallacciare i rapporti con il figlio, ma ha ottenuto l’effetto contrario, con un sempre più ossessivo isolamento.
Letizia e Jacopo, invece, hanno già superato il problema, anche se in modi diversi: Letizia, in una situazione familiare di scarsa relazione, ha trovato conforto nelle conoscenze virtuali del web, che l’hanno spinta a riaprire i contatti, dopo aver vissuto un periodo di solitudine (né fratelli, né parenti), mentre Jacopo ha ricominciato a frequentare la palestra di judo e così, pian piano, ha ricostruito amicizie e consocenze, che gli hanno permesso di rientrare nel sociale.
Oggi entrambi svolgono – proprio per averlo vissuto sulla loro pelle – un servizio preziosissimo: cercano il contatto con il ragazzo o la ragazza isolata e lo vanno a “stuzzicare gentilmente”, andando di persona a trovarlo e a cercare di stabilire una relazione. Questo a volte comporta tempo e strada da percorrere, ma lo fanno con l’obiettivo sacrosanto di aprire una breccia e riportare il soggetto ad aprirsi al mondo.
Lo psicologo austrica Paul Watzlawick, morto una decina di anni fa, ha scritto alcuni assiomi importanti sul tema della comunicazione e dil primo di essi recita: “Non si può non comunicare”. Ciò significa che chiunque, anche quando tace, ci sta comunicando qualcosa; quindi anche il ragazzo che si chiude in camera, ci sta comunicando un disagio, una sofferenza che noi abbiamo il dovere di curare con la pazienza, la gentilezza e l’amore.
Infine, l’intervento di Eros Vallenari che interviene “quando la porta non è chiusa, ma almeno socchiusa” e che applica la sua metodologia DNA-V; Discoverer (esploratore), Noticer (rilevatore) e Advisor (consulente) per arrivare al Value (valore(, ossia ricostruire l’arcata del ponte che il soggetto ha picconato per non aver più contatti con chi sta da questa parte del fiume.
Chiudo con un brano tratto dall’opera “Stray birds” di Rabindranath Tagore:
COME NUVOLE
“Le nuove giungono fluttuando nella mia vita, non più per portare pioggia o annunciare la tempesta, ma per aggiungere colore al mio cielo al tramonto”.
ASCOLTA QUI LA REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO
A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO