I RISCHI IN AMBITO SCOLASTICO DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO: CONSAPEVOLEZZA E PREVENZIONE
Il fenomeno nei suoi aspetti tecnico, legale e psicologico. 6 febbraio 2020, Istituto agli Angeli
In data odierna, 6 febbraio 2020, alle ore 20.30, presso l’stituto agli Angeli, alla presenza di più di un centinaio di persone, si è tenuto un momento di formazione dal titolo: “I RISCHI IN AMBITO SCOLASTICO DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO: CONSAPEVOLEZZA E PREVENZIONE, il fenomeno nei suoi aspetti tecnico, legale e psicologico”, organizzato dalla Rete “Scuola e Territorio: Educare insieme” con la collaborazione dell’Istituto agli Angeli e dell’Associazione Prospettiva Famiglia. Non è la prima volta che viene sentita l’esigenza di organizzare proposte di riflessione rivolte a genitori ed educatori sulla delicata tematica citata. Le ormai frequenti azioni di bullismo tra i giovani adolescenti, diffuse nelle strade, sugli autobus, nelle scuole, nei cortili e soprattutto nella Rete Internet attraverso le nuove tecnologie, impongono alle agenzie educative di collaborare, di vigilare sui comportamenti degli studenti ma soprattutto dei propri figli, visto che la famiglia rimane sempre la sede primaria dell’Educazione.
La riflessione formativa è stata realizzata anche con il supporto del Sindacato italiano appartenenti Polizia nella persona del segretario provinciale Dott. Roberto Grinzi, rappresentante delle Forze dell’Ordine, sensibile educatore che da tempo collabora nell’ambito del progetto di educazione alla legalità e cittadinanza consapevole.
Il consolidato format di intervento, presentato con impegno e notevole riscontro anche in altre scuole della Rete, ha illustrato i riflessi psicologici del comportamento del bullo e del bullizzato, i vari disturbi della condotta, i segnali premonitori e quale approccio immediato sia consigliato da parte delle figure educative di riferimento; si è cercato di far comprendere da un punto di vista legale le varie tipologie di reato, le responsabilità del protagonista dell’azione; la parte curata dall’esperto della Polizia di Stato in crimini informatici ha cercato di chiarire le modalità di trasmissione, divulgazione dei dati sensibili (foto, video ecc.) e come limitare i danni.
L’obiettivo principale del momento formativo è stato quello di indurre alla riflessione dopo aver acquisito maggiori conoscenze attraverso la collaborazione con le Forze dell’Ordine. L’azione di prevenzione tra famiglia, scuola , agenzie educative ed istituzioni non è semplice e solo una cittadinanza consapevole ed attiva permette di risolvere le criticità e limitare le problematiche riportando maggiore serenità. Un grazie quindi al Dirigente Scolastico Bonini per la sensibile ospitalità e ai relatori coinvolti, l’Avv. Veronica Benedetti Vallenari, la Dott.ssa Panacci Psicoterapeuta e il Dott. Roberto Grinzi, resisi disponibili anche ad attivare un successivo percorso interattivo di educazione digitale presso l’Istituto ospitante per un piccolo gruppo di partecipanti.
A seguire alcuni spunti dei loro interventi:
Avv. Veronica Benedetti Vallenari
“Il fenomeno del bullismo è sempre esistito, ma oggi ha sicuramente una divulgazione maggiore. Interessante è conoscere quali siano gli strumenti che il legislatore ha messo a disposizione per contrastare questo fenomeno. È un fallimento collettivo quando gli atti di bullismo, sfocianti nella commissione di reati, vengono posti all’attenzione del giudice: la genitorialità, la scuola, gli educatori hanno fallito nel loro rispettivo ruolo; è un fallimento quindi per l’intera società.
Gli atti di bullismo non sono reati ma fenomeni sociali; il nostro legislatore in passato avrebbe voluto introdurre il reato di bullismo, ma ha preferito conseguire l’obiettivo di consapevolizzare facendo prevenzione educando.
C’è un disegno di legge ora che intende modificare la normativa, andando ad accomunare il bullismo al reato di atti persecutori (c.d. stalking) ed andando ad incidere sulla responsabilità genitoriale.
Fino a pochi anni fa si è sempre parlato di potestà genitoriale. Ora la famiglia è mutata e il legislatore si è adeguato. Si parla di responsabilità genitoriale oggi e non più di potestà genitoriale. Il diverso termine denota che il genitore ha anche il dovere di responsabilizzare i propri figli. Anche il minore ha delle responsabilità. Questo disegno legge dice che se sei un bullo e commetti dei reati e la tua famiglia non è stata in grado di educarti, dovrai fare un percorso rieducativo specifico. Il minore ,nei casi più gravi, può essere inserito in una comunità.
Il Cyberbullismo colpisce nel silenzio e contrastarlo implica un controllo assai impegnativo. La Scuola non riesce a compiere capillari controlli ed ha difficoltà nel controllo degli strumenti informatici dei singoli alunni. La Scuola si trova nella necessità di tutelarsi nei confronti dei genitori e dei minori. Tutto il personale scolastico , anche il personale ata ha un obbligo nei momenti di vigilanza di riferire quanto eventualmente osserva di comportamenti di bullismo.
Altro aspetto è quello economico. La situazione è un po’ mutata ed è stato finanziato il budget della scuola per le attività deputate all’ educazione del minore .Altra misura interessante e importante riguarda la preparazione del corpo docente; nei prossimi bandi di concorso si richiederà anche la competenza normativa ai futuri insegnanti, anche di sostegno, della scuola dell’infanzia e della scuola primaria in questo contesto. Quando la scuola si rende conto di episodi di furti, lesioni, comportamenti che vanno ad isolare il minore non può tacere. Il tribunale per i minorenni è un giudice speciale ed è stato istituito per tutelare gli interessi del minore sia vittima che autore del fatto.
Non è possibile che la vittima possa chiedere i danni in questa sede, il legislatore vuole l’interesse del minore. Sono previsti procedure di mediazione tra vittima e chi commette il fatto. La finalità del Tribunale per i minorenni è sempre quello di salvaguardare l’ interesse del minore. Esistono altri strumenti di tutela, concessi alla vittima di reato, la quale può azionare il Tribunale ordinario in sede civile. Se mio figlio quattordicenne fa il bullo a scuola e commette dei reati egli è penalmente e personalmente responsabile. Il genitore ne risponde civilmente, sotto il profilo economico quindi. Le difficoltà oggettive ci sono .
Alcuni esempi concreti : Una sentenza interessante: la ragazza più volte registra in classe un compagno che ha una deficienza fisica e divulga le immagini. Il dirigente la sospende. il provvedimento di sospensione viene impugrnato innanzi al Tribunale amministrativo regionale. Il dirigente non specifica quale comportamento la ragazza abbia tenuto e formula il provvedimento di sospensione con una motivazione generica. La pubblica amministrazione deve motivare i propri provvedimenti. I valori sono importanti e bisogna saperli soppesare. Lo studente deve sottoscrivere il patto, un ragazzo crea il proprio futuro , un profilo che resterà per tutta la vita. Altra sentenza , una insegnante che fa scrivere cento volte ad un bullo “sono un deficiente”. La Corte d’appello rovescia la sentenza, affermando che non era stato dimostrato che vi erano stati in precedenza , da parte del minore, episodi di bullismo e non è ammissibile rispondere alla violenza con la violenza”.
Dott. Roberto Grinzi:
“Il ruolo del genitore è molto complicato . Non esiste una scuola idonea. Famiglie perfette talvolta presentano devianze. Non c’è sicurezza. Manca la comunicazione. Entrare nella mente dei ragazzi è complesso. I casi nascono dalla famiglia, dalla solitudine, dalla mancanza di cura. Le attività di prevenzione riguardano l’ambito familiare, l’ambito scolastico, l’attività preventiva di polizia. Essere in mezzo alla gente è importante , creiamo una rete per evitare che nascano disagi e sfocino in reati. Quando i ragazzi entrano in chat , alla sera, di notte, sono soli. Disattenzione, eccessivo permissivismo , deresponsabilizzazione sono fattori devastanti e disorientanti. La famiglia, la scuola e la società complessa devono diventare una rete che deve costantemente interagire.Quando c’è disagio non si comunica.
la Scuola viene lasciata a sè stessa . La maggior parte dell’educazione deve avvenire a casa. Il Rispetto di diritti altrui è fondamentale. I genitori che non si dissociano da un fatto di questo tipo sono corresponsabili. Avere il coraggio delle proprie azioni è fondamentale. Deve esserci una limitazione quantitativa e qualitativa dei contenuti da parte dei genitori. Dormire con cellulare sotto il cuscino non è ammissibile. Oppure i videogiochi in camera, facendo attività senza controllo. Loro sfuggono. Non possiamo imporre, ci deve essere relazione.
Le Attività della polizia : ammonimento del Questore anche per reati di cyberbullismo. Richiamo ai suoi doveri. Il genitore può scrivere alla Questura per il richiamo, è un provvedimento che non ha conseguenze penali successive, ma efficace psicologicamente. Manca una cognizione del danno che viene causato. A volte c’è narcisismo che induce a compiere certe azioni. Poca pubblicità su questo ammonimento. In Italia è stato usato pochissimo, a Verona mai. L’ammonimento apre un provvedimento amministrativo motivato , si valuta la situazione, se ci sono gli estremi si procede. L ‘ammonimento deve avere un senso sociale , è un obiettivo da raggiungere attivando una rete. Relazione ed interazione tra le parti, scuola -famiglia- polizia. È necessario creare empatia e relazione per comprendere la situazione.
La mania di postare immagini , la divulgazione di video può far entrare in un mondo oscuro. Deep internet, dark internet. Utilizzo consapevole dei dati è necessario . Cancellare i dati non è possibile. Non si devono assolutamente postare la foto di minori”.
Dott.ssa Daniela Panacci
“Responsabilità genitoriale , insegnare utilizzo di questi mezzi. Ma siamo capaci ? Spesso no. Bisogna accogliere la sfida educativa, presenza ed informazione sono fondamentali. Quali sono rischi? Lo sappiamo? Daremmo un coltello ai nostri figli? Mai . Utilizzo consapevole è fondamentale. Non possiamo delegare nessuno. La Rete esiste bisogna solo agganciarsi. Avere un ruolo importante e coerente come genitori . Mandare le proprio foto è una leggerezza estrema . Esistono siti con istigazione a situazioni drammatiche: siti pro Ana, pro mia, droga, suicidio, vamping. Dare regole è fondamentale. Connetterci con loro risulta essenziale.
Esiste comunque il Bisogno dei social,
Esempio della Piramide punto zero;
Concreto è il bisogno di apparire, i ragazzi hanno il terrore di essere invisibili , narcisismo da sovraesposizione. Non tutti i social hanno lo stesso impatto. Il peggiore è Instagram, peraltro il più usato dai giovani. Fenomeno della depersonalizzazione. Il bullo non vede la reazione della vittima. Sui social non ci sono gerarchie. Assenza di spazi e protezioni. Le figure coinvolte sono il bullo, il bullizzato, gli spettatori . Quale figura può interrompere ? Solo gli spettatori. Se vedo qualcosa non posso far finta di nulla.
Cyberstalking , rivelazione,inganno ed esclusione, suicidio.
Prestare attenzione alle dinamiche, osservare è fondamentale. Controllo tecnico e supervisione” .
La Coordinatrice di Rete
Prof.ssa Daniela Galletta